30mila denunce l’anno per errori medici, 24.300 segnalazioni: crescono costi assicurativi; i dati di Ania e Cittadinanzattiva

ROMA –  Secondo gli ultimi dati disponibili sono oggi circa 30 mila le denunce all’anno per vere o presunte colpe professionali di medici e infermieri o per disservizi delle strutture sanitarie. Come negli Stati Uniti anche nel nostro Paese si assiste ad un ‘boom’ delle cause intentate dai pazienti, o dai loro familiari, che sta provocando un’esplosione delle spese assicurative. L’Ania, l’associazione che raggruppa il 91[%] delle compagnie assicurative italiane, nel 1995 registrava poco piu’ di 17 mila denunce di malasanita’, coperte da incassi contrattuali (premi) per 35 milioni di euro. Dieci anni dopo, le vertenze dei pazienti sono quasi raddoppiate (28.500 nel 2005) e i premi sono dieci volte superiori (381 milioni). Quasi in ogni ospedale sono attive le associazioni di tutela dei pazienti. La rete piu’ radicata e’ il Tribunale per i diritti del malato, che nel 2007 ha ricevuto 24.300 segnalazioni di errori medici o di altri disservizi sanitari. I settori piu’ a rischio sono l’ortopedia (18,7[%] delle denunce di malpractice), oncologia (12,1[%]), chirurgia generale (9,5[%]), ginecologia-ostetricia (6,9[%]), odontoiatria (5,5[%]), oculistica (5,4[%]), cardiologia e neurologia (4[%] ciascuna). I casi piu’ costosi per le assicurazioni, sempre nel 2007, sono i parti con invalidita’ totale dei neonati (da 2 a 4,5 milioni di euro), la mancata diagnosi di tumori mortali (un milione), i piu’ gravi danni ortopedici (400 mila euro) e le trasfusioni di sangue infetto (rimborsi medi da 200 a 400 mila euro). Oltre ad allargare il danno risarcibile alle vittime (patrimoniale, morale, biologico ed esistenziale), la giurisprudenza ha via via esteso il diritto ai rimborsi anche ai familiari in proprio.

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