Al Cnao si ferma il cancro in più del 70% dei casi

Il Centro di adroterapia oncologica di Pavia dal 2011 ha assistito 828 pazienti Sono solo 23 i tipi di tumore trattati, ma alcune Asl non danno l’ok per i rimborsi
di Anna Ghezzi
PAVIA. Nei tumori resistenti alla radioterapia trattati al Cnao di Pavia dal 2011 ad oggi l’adroterapia si è dimostrata efficace nel contrastare e fermare la malattia in percentuali comprese tra il 70 e il 90 per cento dei casi a seconda delle tipologie di cancro trattate. Sono promettenti i risultati clinici dei primi 5 anni di attività al Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia presentati ieri mattina all’open day del Cnao dal direttore medico Francesca Valvo. In cinque anni sono stati trattati 828 pazienti su 23 protocolli clinici. Ma dato che i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza che contemplano l’adroterapia sono ancora bloccati in attesa di esame in conferenza Stato Regioni, non tutte le Asl di provenienza dei pazienti danno l’ok alle cure: «Abbiamo 18 pazienti in attesa dell’ok dell’Asl nel 2016 – spiega la dottoressa Francesca Valvo, direttore medico del Cnao – In questi anni sono stati 98 i pazienti inizialmente non autorizzati, ma alla fine, solo sei hanno pagato i trattamenti di tasca propria, per gli altri sono state trovate soluzioni. Trenta pazienti invece alla fine hanno rinunciato al trattamento». I tempi burocratici dell’autorizzazione alla cura non sono gli stessi richiesti dalle necessità di salute. Quanto costa un ciclo di adroterapia? Il costo è di 24mila euro.
L’adroterapia è una tecnica innovativa utilizzata per curare i tumori che non rispondono alla tradizionale radioterapia ai raggi X e non sono operabili perché, per esempio, troppo vicini a organi o tessuti sensibili. La radioterapia andrebbe a colpire questi tessuti e mucose, danneggiandole, oltre a danneggiare il tumore. L’adroterapia invece prevede l’utilizzo di fasci di particelle, protoni e ioni carbonio, che colpiscono in modo mirato e preciso le cellule tumorali, preservando i tessuti sani. Il Cnao di Pavia è uno dei 5 centri al mondo in grado di effettuare l’adroterapia con protoni e ioni carbonio. Oggi sono 23 i protocolli clinici che il Cnao è autorizzato a trattare con l’adroterapia, che corrispondono a forme di cancro resistenti alla radioterapia tradizionale e non operabili chirurgicamente. I risultati clinici presentati ieri a Pavia riguardano una parte delle tipologie di cancro trattate al Cnao, quelle per cui sono stati trattati il maggior numero di pazienti. «Nell’interpretare il dato – spiega Valvo – bisogna considerare che il periodo di osservazione è ancora molto breve e che i pazienti stanno ancora effettuando visite di controllo periodiche per monitorare le loro condizioni di salute».
Il Cnao, però, non cura tutti i tipi di tumore. Tra le patologie trattate vi sono i cordomi e condrosarcomi della base cranica per i quali sono stati trattati 120 pazienti: l’adroterapia si è rivelata efficace nel fermare la malattia nel 90 per cento di questi casi. Sono stati trattati al Cnao anche 84 pazienti colpiti da tumori adenoidocistici delle ghiandole salivari, patologie contro cui radioterapia e chemioterapia hanno scarsa efficacia. Nell’80 per cento dei casi trattati la malattia è stata fermata. Trentasei i pazienti trattati al Cnao per cordomi sacral e la terapia si è dimostrata efficace nel 75 per cento.
Tra i tumori trattati ci sono anche quelli della prostata, del fegato e del retto, il Cnao si prepara a trattare in futuro il cancro al pancreas. ma i dati sull’efficacia in questi casi sono in corso di elaborazione.
Sono stati trattati anche i primi tumori pediatrici su tre bambini colpiti da rabdomiosarcoma dell’orbita, recidiva da medulloblastoma (un tumore cerebrale maligno) e cordoma della base cranica: i bambini possono farsi curare al Cnao con la formula delle cure compassionevoli, in determinati casi selezionati, una soluzione temporanea in attesa della marcatura Ce sul dispositivo medico. «A breve partirà la terapia per i melanomi oculari, uno dei 23 protocolli già approvati– spiega
Valvo – e quando arriverà la marcatura partiremo con il trattamento dei tumori al pancreas (per i quali la sopravvivenza è stata doppia rispetto ai migliori risultati ottenuti con la radioterapia), e quelli pediatrici per cui speriamo di scrivere il protocollo insieme ai pediatri oncologi».

laprovinciapavese.it 19.4.16

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