Bimbi in ospedale, se la lettura batte la malattia

ROMA – La vita in ospedale puo’ essere lunga e deprimente per tutti, ma se i pazienti  sono bambini, la gestione della malattia potrebbe essere ancor piu’ complicata. Per i piccoli pazienti ricoverati nei reparti di pediatria, la Provincia di Livorno ha realizzato il progetto "Letture in ospedale", per offrire ai bambini degenti, che si trovano temporaneamente in una condizione di disagio fisico e psicologico, un’occasione non solo di arricchimento culturale, ma anche una forma di sostegno morale e di svago che possa distogliere la loro attenzione dalla malattia. "I bambini in ospedale possono maggiormente essere stimolati in attivita’ che permettano loro di uscire mentalmente dall’ospedale stesso, ma anche dalle cure e dalla malattia- spiega Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e direttore  dell’Istituto di Ortofonologia (Ido) di Roma- e non solo per aiutarli a passare il tempo, ma per aiutare il bambino ad avere meno danni dal vissuto di una malattia che, come e’ stato piu’ volte dimostrato, altera l’umore, il rendimenti e la partecipazione dei piccoli ai risultati terapeutici". Castelbianco, dunque, plaude all’iniziativa, anche perche’ in passato, insieme a Magda Di Renzo e Michele Capurso, aveva gia’ affrontato il tema con la pubblicazione del libro "Ti racconto il mio ospedale. Esprimere e comprendere il vissuto della malattia", edito dalle Edizioni Magi. "La lettura e l’utilizzo dei libri- prosegue l’esperto- come strumento di ‘allontanamento’ dalla malattia non ha solo una funzione distraente, bensi’ apre il bambino alla partecipazione a un mondo fantasioso e ricco di immaginazione, che sicuramente e’ piu’ bello del mondo reale che in quel momento vivono". E aggiunge: "La prerogativa fondamentale e’ che la lettura apre ad una visione del futuro: proietta cioe’ in un tempo e in uno spazio che verranno, consentendo ai bambini di essere ottimisti e di allargare l’immaginazione, cosi’ da rendere meno amara la vita in ospedale". Lo psicoterapeuta sottolinea poi l’importanza della presenza dei genitori durante le attivita’ di svago all’interno dei reparti pediatrici: "Aver previsto la partecipazione dei familiari nelle attivita’ del bambino degente- chiarisce- e’ un grande aiuto per tutti, in quanto non solo si viene a ricreare una situazione conosciuta alla quale il bambino si puo’ abbandonare con serenita’, ma per di piu’ consente ai familiari di essere partecipi in un’attivita’ insieme al bambino, che esula dal comportamento ripetitivo che spesso i parenti attuano nelle situazioni di assistenza al malato".

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