Coloriamo di speranza il futuro dei ragazzi malati

di Micaela De Medici

MILANO – A guardarlo oggi, sorridente nel costume di Carnevale, mentre stringe la mano di un Minion gigante, o in accappatoio a bordo piscina, fiero del suo primo brevetto di nuoto, nessuno immaginerebbe la sua storia. Ascanio Treviso aveva due anni quando gli venne diagnosticato un nefroblastoma di Wilms, un tumore maligno di origine embrionaria che in nove casi su dieci si sviluppa in maniera sporadica (non ereditaria). E se oggi conduce una vita identica a quella dei suoi coetanei – il primo marzo spegnerà sette candeline –, lo deve al lavoro di tanti ricercatori e medici che ha incontrato in Italia.

Ogni anno nel nostro Paese sono 2.600 i bambini e adolescenti colpiti da neoplasie pediatriche

(250 mila nel mondo). Al momento, il 70% di loro riesce a guarire: ed è chiaro come una diagnosi tempestiva e le cure appropriate possano fare la differenza. Proprio per sostenere l’oncologia pediatrica è nato nel 2014 Gold for Kids, il progetto della Fondazione Umberto Veronesi che lavora in sinergia con AIEOP (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) e con la sua fondazione, FIEOP, cui vengono devoluti i fondi raccolti per sostenere le spese di apertura e gestione dei protocolli di cura nei reparti di oncologia pediatrica di tutta Italia.

Lo scopo del progetto è duplice: da un lato, appunto, sostenere le spese dei protocolli di cura, dall’altro finanziare i ricercatori. «Gold for Kids nasce per sopperire ad alcune carenze, oltre che per sostenere la ricerca», spiega Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi e direttore della Divisione di Senologia Chirurgica IEO. «Tre anni fa ci siamo resi conto che non sempre bambini e adolescenti venivano curati in maniera adeguata, per diversi motivi. In primo luogo, non esistevano strutture specifiche dedicate alla fascia di età tra i 15 e i 19 anni: i ragazzi venivano quindi ricoverati nel reparto di oncologia per adulti. Il punto, però, è che i tumori sviluppati sono tipici dell’età infantile e che, nelle strutture per adulti, non ci sono le competenze adatte alla cura dei tumori infantili. Di contro, nei reparti di oncologia pediatrica c’erano altri problemi – ad esempio, i letti sono troppo piccoli per gli adolescenti. E ancora, visto il lievitare dei costi negli ultimi anni, non erano garantiti loro i migliori protocolli di cura. Noi abbiamo cercato di colmare questo vuoto».

Standard internazionali. Nei primi tre anni la cifra raccolta ha superato il milione e mezzo di euro. Nel biennio 2014-2015 ciò ha reso possibile l’apertura di due studi clinici e di tre studi osservazionali focalizzati sui tumori del sangue. Nel 2016, invece, i fondi sono stati destinati a tre protocolli di cura per i tumori cerebrali, i più diffusi in età pediatrica dopo le leucemie ma più difficili da curare. Per il 2017 l’obiettivo è di sostenere le cure per i sarcomi ossei e i tumori delle parti molli. Colpiscono soprattutto gli adolescenti, una fascia di età particolarmente critica per le terapie oncologiche. «Con i fondi della raccolta attiveremo 15 borse destinate a ricercatori che si dedicano solo all’oncologia pediatrica. E, naturalmente, continueremo i protocolli di cura già avviati. Facciamo tutto il possibile per informare le persone sul tema, in modo che possano rivolgersi ai centri dove vengono garantiti gli standard internazionali di cura».

La cifra necessaria per il 2017 si aggira sul milione di euro: 450 mila euro per i ricercatori, 600 mila per i protocolli. Per dare un aiuto, piccolo ma ugualmente prezioso, il weekend del 25 e 26 marzo basta fare un salto nelle piazze di tutta Italia dove saranno in vendita confezioni di matite colorate Fila Giotto. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto a favore della ricerca.

corriere.it  6.2.17

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