Impiantata una protesi elettronica su un bambino con un tumore al femore.

Data: 28.6.11
ROMA –  Una protesi in titanio realizzata su misura con dispositivo elettronico miniaturizzato è stata impiantata recentemente con successo per la prima volta nel Lazio in un bambino di 11 anni affetto da osteosarcoma al femore della gamba destra, ricoverato presso l’Unità di Oncologia pediatrica del Policlinico universitario “Agostino Gemelli”. L’intervento, durato circa 5 ore e perfettamente riuscito, è stato condotto da un’equipe di ortopedici e chirurghi vascolari del Policlinico dell’Università Cattolica guidata dal dr. Giulio Maccauro, responsabile dell’Unità operativa di Oncologia Ortopedica presso l’UOC di Ortopedia del Gemelli di Roma (diretta dal prof. Carlo Fabbriciani), e dal dr. Franco Codispoti, dell’Unità di Chirurgia vascolare. Hanno collaborato all’intervento i dottori Maria Silvia Spinelli, Calogero Graci e Marco Filipponi. Al bambino, L.K. nato a Roma, è stata applicata una protesi speciale che prevede un meccanismo in parte elettronico e in parte meccanico, che può allungarsi nel tempo, impedendo o, almeno riducendo, il rischio della differente lunghezza degli arti. L’intervento, che per la prima volta è stato eseguito nella Regione Lazio, è in assoluto il 7° caso in Italia (3 casi a Milano e 1 a Napoli, 1 a Brescia e 1 a Torino). Grazie a questo modello speciale, all’avanguardia per il trattamento dei tumori ossei, il piccolo paziente potrà con l’aiuto dei familiari gestire a casa il sistema di allungamento ogni qualvolta la crescita dell’altra gamba lo richiederà. “Il trattamento chirurgico dei bambini in questa fascia di età o anche più piccoli è gravato tra le varie complicanze anche della differente lunghezza degli arti – commenta il dr. Maccauro – , poiché quello operato, durante l’accrescimento, rimane anche molto più corto dell’altro”. La protesi impiantata al Gemelli si chiama Mutars Xpand, ed è in titanio rivestito di nitruro di titanio, sviluppato dalla Scuola di Oncologia Ortopedica di Muenster (Germania). “Il sistema Xpand – spiega Maccauro – consente l’allungamento meccanico non invasivo dell’arto protesizzato, attraverso una procedura eseguibile anche dallo stesso paziente o dai genitori istruiti dai medici”. Il modulo di allungamento della protesi Mutars Xpand, è costituito da un dispositivo elettronico miniaturizzato (attuatore) interno alla protesi, attivato attraverso una trasmissione ad alta frequenza inviata a un ricevitore sottocutaneo da un’unità di controllo esterna gestita dal medico o dallo stesso paziente. “L’innovazione di questo sistema – aggiunge Maccauro -, risiede nella possibilità di recuperare la naturale dismetria (lunghezza differente degli arti) tra arto protesizzato e non, durante la crescita del paziente, senza ulteriori interventi chirurgici, eliminando il rischio di infezioni”. Notevoli sono i vantaggi per il paziente dall’impianto di questa protesi elettronica rispetto alle altre soluzioni per il trattamento dell’osteosarcoma e in generale dei tumori ossei.
A parte le alternative demolitive o molto invasive, quali l’amputazione e la giroplastica (che prevede la rotazione del piede dopo resezione ossea e l’utilizzo del tallone come ginocchio), questa innovativa protesi, che prevede l’allungamento meccanico ed elettronico, dà indubbi vantaggi anche rispetto alle più frequentemente utilizzate protesi espandibili con meccanismo a vite. “In questi casi bisognava incidere la cute e allungare la protesi con un cacciavite speciale – spiega Maccauro – , ma ciò avveniva non senza inconvenienti per il paziente: il meccanismo poteva incepparsi e l’allungamento si bloccava; come conseguenza si avevano gravi differenze di lunghezza negli arti perché l’arto protesizzato si fermava e l’altro cresceva normalmente”.
La protesi Xpand trova indicazione solo nei casi di bambini in cui sia previsto un forte accrescimento del segmento femorale coinvolto dalla malattia.
Tutte le componenti del sistema sono dispositivi su misura, progettati e realizzati per ogni paziente dopo un accurato planning.
Il meccanismo si gestisce con una fonte di impulsi elettrici che si appoggia sull’elettrodo situato in una tasca del tessuto sottocutanea del femore distale del bambino, e può essere gestita sia in ambulatorio sia a casa dai familiari.
In Italia, l’incidenza dei tumori primitivi dell’osso si attesta intorno a 0,8-1 caso per 100.000 abitanti, quindi si calcola vi siano circa 500 nuovi casi di tumori maligni primitivi dell’osso per anno. Tra questi, la percentuale degli osteosarcomi, che è il tumore osseo primitivo più frequente al di sotto dei 18 anni, è attorno al 20-25 %.
La sopravvivenza a 5 anni libera da malattia è fortemente influenzata dall’efficacia della chemioterapia, che deve essere eseguita sia prima che dopo l’intervento chirurgico, passando dal 20% al 70% a seconda della risposta alla chemioterapia soprattutto in neoadiuvante. (Marco Sinigalia)

Fonte: infosalute.info

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