Italia si spacca su lotta a cancro, malati del Sud vivono meno

MILANO – Un’Italia spaccata, in cui la lotta al cancro procede a due velocita’. C’e’ un Nord sempre piu’ vicino agli standard dei Paesi europei piu’ avanzati, dove ci si cura presto e bene e si sopravvive di piu’. E un Sud che arranca, con il risultato che meno pazienti riescono ad arrivare al giro di boa dei cinque anni dalla diagnosi della malattia. A fotografare l’attuale situazione del Paese e’ Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, che oggi a Milano a margine della presentazione dello studio Eurocare 4, fa il punto sui risultati degli ultimi anni.I dati epidemiologici raccontano un’Italia in cui nel 2010 circa 8 milioni di persone avranno in qualche modo avuto a che fare con il cancro. Due milioni saranno i pazienti alle prese con la malattia o usciti dal tunnel. Mentre si prevede che i nuovi casi toccheranno quota 255 mila (3 mila in piu’ rispetto al 2005, per via dell’incidenza in aumento proprio al Sud). "L’epidemiologia del Paese sta cambiando faccia – riflette Andrea Micheli, epidemiologo dell’Int – perche’ al Nord l’incidenza dei tumori sta diminuendo mentre al Sud, tradizionalmente piu’ protetto, aumenta". Una regione che rischia di registrare entro un decennio un boom di tumori, ipotizza l’esperto, e’ la Campania, a giudicare dalle proiezioni degli esperti."Una spiegazione – osserva – potrebbe essere che qui si sta velocemente sostituendo lo stile di vita mediterraneo con le abitudini piu’ negative in stile Usa. Basta guardare alle nuove generazioni: nei quartieri napoletani i bambini sono sempre piu’ in sovrappeso e si registra un 15-20% di baby-obesi". In generale, pero’, a preoccupare gli esperti e’ il divario Nord-Sud nella sopravvivenza dei pazienti oncologici. Un divario che oscilla intorno al 5%. "Su 100 abitanti al Sud sopravvivono al cancro, a distanza di cinque anni, 5-6 persone in meno rispetto al Nord Italia", conclude Micheli.

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