Macchinari per la lotta ai tumori, sei su dieci sono da rottamare

ROMA – Prendiamo cento apparecchi radiologici e guardiamo la data in cui sono stati costruiti: almeno 65 di questi hanno più di dieci anni. Alcuni dodici, altri quindici. Troppi. Macchinari troppo vecchi per assicurare diagnosi corrette. Prendiamo cento apparecchi di radioterapia per malati di tumore e guardiamo la data in cui sono stati costruiti: oltre il 30[%] andrebbero cambiati. Quindi, facciamo la stessa verifica con i mammografi: quattro su dieci sarebbero da considerare inutilizzabili. Macchinari obsoleti da rottamare, si legge nelle conclusioni del Piano oncologico del ministero della Salute 2008-2010.Tre anni fa, nei primi mesi del 2005, la commissione che cur? il piano oncologico scrisse esattamente le stesse cose. Come dire che, nonostante sia trascorso tanto tempo e si siano alternati due governi, la situazione ? rimasta identica. E? scritto nero su bianco: il parco macchine (stiamo parlando di Risonanza magnetica, acceleratori nucleari, Tac multistrato) che le nostre Asl e i nostri ospedali hanno a disposizione ?? carente o superato?. Che, nella vita quotidiana di pazienti e medici, pu? significare soprattutto diagnosi in ritardo. O terapie meno mirate. Secondo effetto di questa ?vecchiaia? o scarsit? di apparecchi: almeno 20-22 mila malati di cancro in Italia non riescono ad accedere alla radioterapia. Circa ventimila, dunque, sui 253 mila nuovi casi che contiamo ogni anno. Stessa identica situazione nel 2005. Dei tanti che, soprattutto al Sud, non riescono a sottoporsi alla radioterapia per le lunghe liste d?attesa o per l?eccessiva lontananza dei centri attrezzati, una buona fetta si sposta in un?altra regione, alcuni (ma sono sempre di meno) vanno all?estero o si affidano ai servizi privati, altri scelgono trattamenti alternativi o, addirittura, rinunciano. La Sicilia ? un esempio. Chi si ammala di tumore nelle province di Enna, Siracusa, Caltanissetta, Trapani e Agrigento non pu? contare sulla radioterapia vicino casa. In nessun ospedale di quelle zone, infatti, ci sono i macchinari. Pazienti e familiari devono mettersi in macchina e spostarsi, se non si sono gi? rivolti ai centri di Roma o Milano, verso Palermo, Messina, Catania, Ragusa e Taormina. S?, all?ospedale di Taormina l?apparecchiatura c??.Tre anni fa erano stati stimati 508 milioni di euro per ammodernare il parco tecnologico che scricchiola. Oggi, solo per avviare l?operazione rinnovo, servirebbero 500 milioni di euro. Sarebbero destinati alla rottamazione delle apparecchiature che hanno più di quindici anni. ?E? dal 1997 che proponiamo di cambiare le macchine attraverso la rottamazione – spiega Paolo Muto, presidente dell?Associazione italiana di radioterapia oncologica – ma non siamo mai stati ascoltati. Va detto che la maggior parte delle apparecchiature sono di buon livello ma ? pur vero che in alcuni casi selezionati avremmo bisogno di strumenti diversi. Pensiamo nelle situazioni in cui dobbiamo affrontare piccoli volumi, per esempio un nodulo polmonare. E? possibile, con la strumentazione d?avanguardia, dare il massimo della dose senza danneggiare gli organi accanto. Comunque, negli ultimi dieci anni, abbiamo fatto passi in avanti. Allora, in Calabria, c?era una sola radioterapia. Ed era a Catanzaro. Oggi i macchinari sono saliti a sette, li troviamo anche a Cosenza e Reggio Calabria. E in Campania solo Caserta non ha centri di terapia radiologica per i malati di tumore?. Un censimento anche dagli addetti ai lavori, gli oncologi. Nel ?Libro bianco? dell?Aiom (Associazione italiana oncologi medici) si legge testualmente: ?Risonanaza magnetica, Tomografia e scintigrafia risultano apparecchiature ancora troppo spesso carenti nei centri oncologici e/o nelle Asl mentre molto più diffusi sono ecografo, Tac, mammografo e altre apparecchiature laboratoristiche. Risonanza, Pet e scintigrafia sono rispettivamente presenti nell?80, 20 e 56[%] delle strutture. Si distingue nettamente l?Emilia Romagna dove nel 54[%] delle unit? si trova una Pet. Si distinguono anche Lombardia e Toscana (32[%]) e Veneto (31[%]) per gli apparecchi per la tomografia?. Le nuove tecnologie, confermano gli specialisti, vantano una ?maggiore capacit? risolutiva?. Quindi, uno strumento di analisi e valutazione diagnostica più potente. ?I macchinari all?avanguardia – commenta francesco Cognetti, primario oncologo del Regina Elena di Roma ed ex membro della commissione ministeriale – permettono di approfondire il quadro clinico del paziente riducendo, nello stesso tempo e in molti casi, la dose di radiazioni ionizzanti assorbite. Con l?apparecchio ?giusto? ogni terapia, da quella farmacologica a quella chirurgica, riesce a sviluppare il massimo della sua potenzialit??. di Carla Massa

Condividi con gli amici

Tutte le news