Milano, nelle scuole è allarme polveri inquinanti

MILANO – Un ampio reportage del settimanale Sette rivela che tra gli effetti dello smog ci sarebbero anche azioni del dna. Nel liceo Leonardo da Vinci, ad esempio, le polveri sottili arrivano a picchi di 170 microgrammi per metro cubo. LO STUDIO
E’ allarme polveri inquinanti nelle scuole di Milano. A rivelarlo il magazine del Corriere della
Sera, Sette, secondo cui tra gli effetti dello smog ci sarebbero anche alterazioni del dna. “L’1 febbraio a Milano, città scelta perché sempre tra le prime nella hit parade dell’inquinamento europeo, le centraline dell’Arpa segnavano +159 microgrammi per metro cubo in via Senato, +130 al Verziere, + 120 in Città Studi e condizioni atmosferiche non
favorevoli alla dispersione d’inquinanti.
Per legge il PM10 non dovrebbe sforare i 50 microgrammi per metro cubo per più di 35
giorni l’anno: nel 2010 i giorni off-limits sono stati 87 e quest’anno in meno di due mesi abbiamo superato i 40 – scrive il magazine”. “Ci preoccupiamo tanto dell’aria fuori senza
pensare che la qualità dell’aria dentro può anche essere peggiore, sia perché gli ambienti chiusi sono di per sé un ricettacolo di polvere sia perché l’indoor ha sorgenti proprie di particolato”, spiega Luciana Sinisi, responsabile ambiente e Salute dell’Ispra.

I dati raccolti dal test di Sette nel liceo Leonardo Da Vinci mostrano una concentrazione allarmante di PM10 che arriva a picchi di 170 microgrammi per metro cubo. Gli effetti che hanno le polveri che si respirano quotidianamente in città sull’uomo le spiegano la biologa cellulare Marina Camatini che guida il Centro di ricerca Polaris, il collega Maurizio Gualtieri e Marco Pierotti direttore scientifico dell’Istituto dei Tumori di Milano. La conseguenza più preoccupante è quella del particolato ultrafine che arriva a interferire con le strutture cellulari passando attraverso la circolazione sanguigna in altri organi. Alcune autopsie hanno rinvenuto particolato ultrafine perfino a livello encefalitico.

Stiamo studiando questi meccanismi su un modello con cellule in coltura”, spiega Marina Camatini. “Si tratta di particelle talmente piccole da pesare pochissimo ma il cui numero elevato pone problemi diffusi e, in modelli biologici in vitro, provoca modificazioni alle strutture cellulari”. Quel che è certo è che “interag o con le cellule dei vasi sanguigni, le particelle ultrafini potrebbero avere lo stesso effetto del fumo di sigaretta che altera le
proprietà delle arterie aumentando il rischio cardiovascolare”, spiega Maurizio Gualtieri. Il rapporto tra smog e tumori? “le particelle fini producono un’infiammazione cronica a livello endobronchiale che crea un ambiente favorevole allo sviluppo di neoplasie, sia a livello locale che sistemico. Un gruppo di lavoro italo-americano ha confermato che l’inquinamento da PM10 puo’ influenzare il processo di metilazione del Dna (alterando cioè il corretto funzionamento dei geni)”, dice Pierotti.

La testimonial di copertina è Filippa Lagerback, che a proposito della situazione dello smog
a Milano dice, “l’importante è non farsene una ragione, ma cercare di migliorare” e che nella sua Milano ideale vorrebbe, “alberi, parchi dove i bambini possano giocare e sfogarsi.
Mancano anche un po’ di sorrisi. Mi piacerebbe vedere i milanesi più contenti, dovrebbero essere orgogliosi perché questa è una bella citta’”.

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