Peter Pan, un’altra casa per i piccoli angeli. Sos della Onlus: affitti troppo alti,donateci il 5 per mille

Alice ha tre anni, gioca e sorride con sua mamma Serena. Dopo dodici cicli di chemio per combattere il cancro all’occhio che l’ha aggredita a un annodi vita,Alice è senza capelli e ha una mascherina sulla bocca per difenderla dal contagio. E’ così fragile che assorbe i germi come carta assorbente.
Victoria Sofia dorme nella sua culla. Ha due mesi, un visetto d’angelo. Aspetta la sorellina Caterina ricoverata al Bambino Gesù. Caterina di mesi ne ha 15, è malata di leucemia, a giorni subirà un trapianto di midollo osseo. Victoria Sofia è venezuelana, ma è nata a Roma. E’ nata nella casa di Peter Pan, in via San Francesco di Sales, sulle pendici del Gianicolo. Le storie di Alice e di Victoria Sofia sono uguali a quelle di altri centinaia di bambini che hanno trovato ospitalità in questa struttura nata nel 1994 dall’entusiasmo, dalla generosità e dal dolore di Marisa Fasanelli e Gianna Leo.
Per anni Marisa e Gianna hanno combattuto contro il cancro che si è portato via i loro figli Emanuele e Maura. In quella via crucis hannovisto genitori come loro, provenienti da altre città o da altri continenti, dormirein macchina accanto al Bambino Gesù. Senza casa. Senza più un lavoro. Senza i soldi per potersi pagare un albergo, dice Marisa. La Casa di Peter Pan, nata anche grazie al sostegno dei lettori de Il Messaggero, da allora è cresciuta. E a giorni crescerà ancora: a fine mese, dopo aver vinto una lunga battaglia contro la burocrazia, verrà inaugurata una nuova casa lì a fianco. In un ex convento di suore. In tutto saranno ospitati trentatré bambini e le loro famiglie. In media restano un anno e mezzo o due, il tempo di una cura. I più sfortunati se li porta via il tumore, altri sono costretti a tornare quando il male ricomincia a ringhiare. Molti ce la fanno. A garantire l’accoglienza sono 13 membri dello staff e 160 volontari. Per gli angeli di Peter Pan, “accoglienza” non significa solo offrire a chi è lontano da casa la possibilità di alloggiare gratuitamente, in un ambiente confortevole e tranquillo, per tutto il tempo delle terapie. 

Puoi leggere il resto dell’articolo di Alberto Gentili scaricando l’allegato.

Il_Messaggero_Peter_Pan_onlus_11_giugno_2012.pdf

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