Ricerca: a caccia di Aurora, proteina che innesca tumore – Al centro di Nerviano si studia molecola interruttore

MILANO – Sta per essere ultimato proprio in questi giorni il reclutamento dei pazienti per la seconda fase di sperimentazione clinica di un nuovo tipo di farmaco anti-cancro, capace di bloccare la malattia in fase avanzata anche in presenza di metastasi. La sperimentazione, che coinvolge diversi centri clinici sia europei sia americani (tra i quali l’Istituto Nazionale Tumori di Milano), e’ la ricerca di punta di Nerviano Medical Sciences (Nms), una delle maggiori strutture di eccellenza della provincia milanese.
Alla base di tutto c’e’ una proteina, Aurora, che e’ coinvolta sia nell’inizio sia nella crescita di un nuovo tumore. Ma soprattutto c’e’ una molecola disegnata apposta dagli scienziati di Nerviano, per ora senza nome (e’ infatti nota solo con la sigla PHA-739385), che impedisce ad Aurora di funzionare. Una vera e propria molecola-interruttore, insomma, in grado di spegnere (secondo gli studi di laboratorio e della prima fase di trial clinico) la crescita incontrollata tipica dei tumori e, insieme ad essa, la malattia.
”La proteina Aurora – spiega Francesco Colotta, direttore per la ricerca e lo sviluppo di Nms – per il suo ruolo nel cancro e’ ritenuta molto interessante dalla comunita’ scientifica. A molecole capaci di inibirla ci stanno lavorando diverse aziende internazionali, ma nessuna di loro ha raggiunto il livello del nostro lavoro. L’Italia rimane la prima nazione a portare avanti una sperimentazione di questo genere, e questa rimane la molecola piu’ avanzata che abbiamo in sperimentazione clinica nel nostro centro”. Proprio a Nerviano, con la fase II dei test clinici per l’inibitore di Aurora i medici metteranno alla prova la sua efficacia negli stadi piu’ precoci del tumore.
Il dato piu’ interessante emerso nella prima fase del trial, spiegano i ricercatori, ”e’ la capacita’ che ha l’inibitore di arrestare la progressione della malattia, beneficio che in alcuni pazienti si e’ protratto per piu’ di 6 mesi. Questo risultato e’ molto incoraggiante, in quanto e’ stato riportato in una fase precoce della sperimentazione, su pazienti molto gravi e ormai resistenti ad altre terapie”.
”Contiamo di completare la fase II entro la meta’ del 2008 – conclude Colotta -: a quel punto si apriranno diverse opzioni per proseguire negli studi di fase III, che contiamo di completare entro 3 anni”. Se l’inibitore disegnato a Nerviano superera’ tutte le difficolta’ e gli ostacoli, insomma, potrebbe diventare una vera e propria arma contro i tumori gia’ nel 2011.
Nel frattempo, i suoi effetti collaterali ”facilmente gestibili” fanno ben sperare i ricercatori.

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