Sanità: TDM, meno errori medici, ma li segnala 1 paziente su 5

ROMA – Diminuiscono i sospetti errori nella pratica medica e diagnostica, facendo registrare un -5,7[%] di segnalazioni rispetto al 2005. Tuttavia, proprio il dato sugli errori medici resta il principale ‘neo’ della sanita’ italiana e sempre primo per segnalazioni: a denunciarli, infatti, e’ ancora 1 cittadino su 5 tra quelli che nell’ultimo anno si sono rivolti a Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
Il dato emerge dal X Rapporto Pit salute del Tdm ‘Diritti a pezzi? La sanita’ tra universalita’ e federalismo’, presentato oggi a Roma ed elaborato su un totale di 19.776 segnalazioni giunte nel corso del 2006.
Il 56,1[%] delle denunce di errore e’ fatta da donne e la fascia maggiormente colpita e’ quella dai 36 ai 56 anni, con un tasso di mortalita’ del 21[%] (anche se si registra il 38[%] di decessi nella fascia 66-76 anni). In quasi 1 caso su 3, l’errore si verifica in ortopedia o oncologia, mentre ”netti miglioramenti” si registrano nell’area della chirurgia generale. Quanto alla tipologia, si tratta prevalentemente di errori occorsi durante lo svolgimento di interventi chirurgici (72[%]) o diagnosi errate (22[%]) e si verificano soprattutto nelle strutture di ricovero o nei pronto soccorso (oltre il 20[%]). A guidare la ‘classifica’ degli errori medici e’ l’area ortopedia (18,7[%]), seguita da oncologia (13,6[%]), ginecologia e ostetricia (8,8[%]), chirurgia generale (8,5[%]) e pronto soccorso (5,7[%]).
Negli ultimi otto anni, miglioramenti si segnalano soprattutto per la chirurgia (-5,3[%]), mentre la situazione peggiora per oncologia (+3,5[%]), odontoiatria (+1,6[%]) e ortopedia (+0,5[%]).
”Nonostante i tanti proclami – ha commentato la coordinatrice nazionale del Tdm Francesca Moccia – in Italia non esiste ancora un registro ufficiale degli errori e in molti casi mancano anche le unita’ di Risk management nate proprio perche’ si possa imparare dagli errori fatti. E’ ora che questi strumenti – ha detto – diventino obbligatori e che si intervenga su chi non li adotta”.

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