NAPOLI – Quel male che sembra inguaribile, spesso concede qualche speranza. E in particolare per i bambini,
di ”cancro si puo’ guarire, basta intervenire subito”. Parola di Fiagop onlus, la Federazione italiana delle associazioni di
genitori oncoematologia pediatrica che in occasione della XI giornata mondiale contro il cancro infantile ha organizzato due
appuntamenti, il 15 e il 16 febbraio, a Napoli. Un momento per attirare l’attenzione su un problema che colpisce, tra linfomi,
tumori solidi e leucemia, circa 2100 bambini in Italia, 1 ogni 650 entro i 15 anni di eta’.
L’obiettivo di questa edizione, spiegano gli organizzatori, e’ di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle
Istituzioni, dei pediatri e delle famiglie sulla basilare importanza di una diagnosi tempestiva.
”Il cancro nei bambini e’ curabile – dicono gli attivisti di Fiagop – Tuttavia una diagnosi tardiva diminuisce
sensibilmente le possibilita’ di guarigione. Nei paesi ‘ricchi’ 8 bambini su 10 guariscono, ma nei paesi piu’ svantaggiati
soltanto da 2 a 3 bambini su 10 sopravvivono a causa della diagnosi tardiva e della mancanza di equipe mediche
specializzate e dotate delle necessarie attrezzature. Questo significa che ogni anno nel mondo muoiono oltre 90.000 bambini
perche’ noi non facciamo abbastanza” I tumori rimangono la prima causa di mortalita’ da malattia
nei bambini. Ogni anno il numero e’ in leggera crescita, per questo per Fiagop e’ importante sensibilizzare l’opinione
pubblica. L’appuntamento e’ venerdi’ alle 11 con centinaia di bambini e ragazzi delle scuole che libereranno in aria
palloncini bianchi con la scritta ”Di cancro infantile si puo’ guarire: non perdiamo tempo”. Il giorno dopo, alle 9.30 nel
Palacongressi Oltremare, sala Stromboli, si terra’ il convegno ”Precocita’ della diagnosi in oncologia pediatrica”. I lavori
saranno aperti da Pasquale Tulimiero, presidente FIAGOP e da Andrea Biondi, Presidente AIEOP. Alle ore 15, nel corso
dell’incontro tra le associazioni federate, videoconferenza con gemellaggio Pausilipon – Gaslini. La giornata e’ promossa in 85
paesi nel mondo dalla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni di Genitori di Bambini malati di Cancro – ICCCPO,
International Confederation of Childhood Cancer Parent Organizations.
GENOVA – Il cielo di Genova stamani si sarebbe dovuto riempire di palloncini bianchi per far riflettere
sui tumori infantili, ma il lancio non e’ stato possibile. Norme dell’aviazione civile lo impediscono se con largo anticipo non
vengono avvertite le autorita’ competenti sulla regolazione dei voli. Visto che Genova e’ crocevia di molte rotte e l’avviso non
e’ arrivato per tempo, la manifestazione, organizzata dall’Abeo, ha cambiato caratteristiche.
L’Abeo Liguria, l’associazione che si occupa dei bambini ricoverati al Gaslini, per malattie emato-oncologiche, in
occasione della Giornata Mondiale per il bambino malato di cancro e leucemia, aveva coinvolto numerosi studenti delle
scuole genovesi nella centrale piazza De Ferrari per lanciare i palloncini con un messaggio di solidarieta’. ”Quando abbiamo
saputo della normativa – ha spiegato Angelo Ricci, presidente di Abeo Liguria – abbiamo deciso di scoppiarli e non di lanciarli,
e il nostro slogan e’ diventato: un botto in faccia alla malattia”. Qualche palloncino e’ comunque volato, sfuggendo
dalle mani dei bambini piu’ piccoli. ”Si tratta di iniziative importanti – ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanita’ Claudio Montaldo – perche’
servono a sensibilizzare tutti sul fatto che una malattia terribile come il cancro colpisce anche i bambini, ma ci sono
gli strumenti per abbattere la casistica: sono sempre di piu’ i casi di successo nella lotta al tumore”.
Per curare un figlio malato di cancro le famiglie pagano un prezzo altissimo, non solo emotivo,
ma anche sociale ed economico. Nei Paesi in via di sviluppo, dove vive l’85% dei bambini malati di cancro del mondo, le
famiglie che curano i propri figli rischiano di entrare in una spirale di poverta’ o di abbandonare le cure per mancanza di
mezzi. La denuncia arriva dall’associazione umanitaria Soleterre in occasione dell’XI Giornata Mondiale Cancro Infantile, che si
celebra il 15 febbraio. ”Le case d’accoglienza gestite dalle associazioni – spiega in una nota Damiano Rizzi, presidente di Soleterre – sono le
uniche a dare risposta alle necessita’ di assistenza e sostegno, colmando i vuoti lasciati dai sistemi sanitari nazionali”.
Anche quando, come in Italia, le cure sono gratuite, ”la gestione della malattia oncologica pediatrica da parte delle
famiglie e’ molto difficile. Stress, assenza da casa, rischio di perdita del lavoro – prosegue l’associazione – possono avere
ricadute negative sulla famiglia e sui sistemi di welfare nazionali”. Nei Paesi in via di sviluppo, dove le cure
mediche spesso non sono gratuite, ”le famiglie con figli colpiti da tumore – sottolinea Rizzi – sono costrette a
investire tutto nel pagamento di cure diagnostiche, chemioterapiche e materiali di consumo. In Ucraina, per esempio
lo stipendio medio fuori dalla capitale e’ di circa 300 euro al mese, ed un ciclo completo di chemioterapie circa 10 mila euro.
In Marocco, solo 700 dei 1.200 bambini che si ammalano ogni anno raggiunge un centro medico specializzato: le famiglie non sono
in grado di pagare”. Le case d’accoglienza, conclude Rizzi, ”garantiscono il sostegno psico-sociale ed economico necessario. Sono luoghi
sicuri e gratuiti nei quali essere ospitati durante i cicli di chemioterapia. Soleterre, con il Programma Internazionale per
l’Oncologia Pediatrica in Ucraina, Marocco, India e Costa d’Avorio, favorisce l’apertura e sostiene luoghi d’accoglienza
per i bambini malati e per i loro genitori”.