Tempi difficili, decisioni difficili

Carissimi volontari, amici e sostenitori,
non e’ nel nostro stile mettere in piazza – reale o virtuale che sia – i nostri sentimenti piu’ profondi, né cercare di difendere una causa che si difende da sé, né tantomeno c’è bisogno di ricordare cosa abbiano significato per noi questi diciannove anni di impegni e di sacrifici. Ciononostante è d’obbligo fare chiarezza in merito ai drastici provvedimenti che siamo stati costretti a prendere : il licenziamento di gran parte dello staff e la riduzione di stipendio al personale restante al quale nello stesso tempo verra’ richiesto un impegno lavorativo senz’altro superiore.
La recessione economica di questi ultimi anni non ha fatto sconti a nessuno e tantomeno a Peter Pan che vive esclusivamente di donazioni di privati. Molti sanno che la nostra esperienza personale ė stata il motore di questo grande progetto: aprire una casa di accoglienza per i bambini malati di tumore che vengono a Roma per le cure. E questo abbiamo fatto. Certamente non siamo nate manager di azienda, ma la nostra esperienza della malattia ci ha permesso di gestire queste case con tutte le accortezze di chi conosce profondamente i bisogni e le necessita’ delle nostre famiglie.
Tutti voi avete contribuito negli anni a fare di Peter Pan cio’ che è : un’associazione che ha meritato di essere insignita della Medaglia d’oro per meriti nella Sanita’ Pubblica. Due anni fa,per far fronte alle innumerevoli richieste di accoglienza abbiamo deciso di aprire “La Grande Casa di Peter Pan”. Uno step che forse, per l’attuale situazione economica del Paese e per il vorticoso aumento dei costi generali (restauravamo un edificio che ha due secoli di storia), ci ha lasciati esposti a qualche rischio di troppo.
Abbiamo passato molti mesi a cercare ogni possibile alternativa perché i problemi di fondi non ricadessero sulle persone che lavorano per noi. Purtroppo la crisi si e’ evidenziata più fortemente e i dati del 2012 mostrano un abbattimento delle entrate destinate all’accoglienza. Di fronte alle cifre non c’era altra soluzione che ridurre i costi di gestione. Privarsi di collaboratori che da anni contribuiscono alla nostra missione ê stato difficilissimo, ma ancora più difficile sarebbe stato chiudere le case, togliendo alle famiglie tutto ciò che rappresenta per loro la Casa di Peter Pan.
Pur comprendendo le reazioni di chi difende il proprio lavoro, vogliamo ribadire che in questa vicenda non ci sono né vittime, né carnefici e che siamo stati costretti a questa amara soluzione per tutelare chi spesso soluzioni non ne ha.

Vi ringraziamo per la vostra attenzione, con la speranza di conservare il vostro rispetto, la vostra stima e il vostro sostegno, senza i quali Peter Pan morirebbe,
Gianna e Marisa

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