Tumori oculari, a Milano nasce un nuovo centro super specializzato

Melanoma oculare e retinoblastoma sono le neoplasie intraoculari più comuni
negli adulti e nei bambini: servono strutture dedicate dove medici esperti prescrivano
la terapia migliore per trattare la malattia e conservare il più possibile la vista
di Livia Gamondi
Il 13 dicembre, Santa Lucia, non è una scelta casuale. L’Istituto dei Tumori di Milano (INT) ha inaugurato il polo per la
diagnosi e cura delle tumori dell’occhio. Melanoma oculare e retinoblastoma sono le neoplasie intraoculari più comuni negli
adulti e nei bambini, e ora è possibile rivolgersi all’INT per la diagnosi e la cura di questi tumori. Si tratta di
neoplasie molto rare ed è fondamentale avere strutture dedicate dove medici esperti, oltre alla diagnosi corretta,
prescrivano la terapia migliore per trattare la malattia e conservare il più possibile la vista. «Il nuovo polo, altamente
specialistico e frutto della collaborazione fra pubblico e privato sociale, completa l’offerta di ricerca e cura oncologica dell’INT. E risponde all’esigenza di prendere in carico il bambino e l’adulto con un tumore oculare per garantire una
diagnosi tempestiva e la terapia più efficace abolendo, nel contempo, i dispendiosi viaggi all’estero alla ricerca di
risposte» afferma Enzo Lucchini, presidente INT. Un terzo dei pazienti è asintomatico
«Il nostro Istituto, in questo specifico settore, è l’unico in Italia in grado di gestire e coordinare percorsi
assistenziali a 360 gradi offrendo, al pari dei grandi istituti che si trovano all’estero, soluzioni di cura che permettono ai pazienti oncologici di affrontare la malattia in Italia» aggiunge Luigi Cajazzo, direttore generale INT. Il melanoma
oculare, diverso da quello della pelle, colpisce circa 400 nuovi pazienti all’anno in Italia ed è il tumore intraoculare
primario dell’adulto più comune. In genere compare verso i 60 anni, ma può svilupparsi a tutte le età. Un terzo dei
pazienti è asintomatico e il tumore viene scoperto nel corso di una visita oculistica di routine con l’esame della
dilatazione del fondo oculare. Nei bambini la neoplasia dell’occhio più comune è il retinoblastoma e rappresenta circa il
3-4% di tutti i tumori pediatrici. Nella maggioranza dei casi può svilupparsi in un solo occhio (70%). In genere viene
diagnosticato entro i tre anni, nell’80% dei casi, più precocemente per le forme bilaterali. Il riflesso bianco è il
sintomo principale, leucocoria, solitamente sono i genitori a notarlo.
Melanoma: come riconoscerlo e come prevenirlo
Che cos’è il melanoma
Malattia particolarmente insidiosa
«Il melanoma, sia nella forma cutanea sia oculare, è particolarmente insidioso e ha molteplici espressioni, per molte delle quali si è riusciti a tracciare un identikit caratterizzandole a livello molecolare – dice Mario Santinami, direttore della
Struttura Complessa Melanoma Sarcoma dell’INT -. La conseguenza è stata una rivoluzione sul piano terapeutico: farmaci
intelligenti che, utilizzando i bersagli molecolari specifici, hanno dimostrato di essere efficaci nei pazienti che
presentano una determinata mutazione». Il trattamento viene selezionato in base allo stadio di malattia e alle
caratteristiche del paziente. Chirurgia e radioterapia estremamente mirata sono le principali opzioni terapeutiche. All’INT è disponibile anche per l’occhio la brachiterapia (una radioterapia ad alta intensità e bassa penetrazione, in cui la
sorgente radiante deve essere messa in contatto con l’organo da trattare). In alternativa, i pazienti possono essere
sottoposti all’adroterapia con protoni, un tipo molto avanzato di radioterapia esterna che permette di colpire
selettivamente bersagli ben definiti, risparmiando i tessuti circostanti.
Predire il rischio di metastasi
«Fino ad oggi la maggior parte dei pazienti italiani erano indirizzati all’estero. Ora nasce un nuovo polo INT-CNAO-
Ospedale Sacco per la diagnosi e la cura dei pazienti lombardi – afferma Erminio Borloni, presidente Fondazione CNAO –
Quanto realizzato per il melanoma oculare è il primo passo verso un modello di collaborazione e condivisione tra IRCCS
pubblici e CNAO che sono chiamati ad una effettiva integrazione che garantisca l’appropriatezza della cura». Gli
specialisti che curano questi tumori dell’occhio devono comprendere gli aspetti molecolari della malattia e avere le
competenze per coordinare newnla presa in carico complessiva del paziente, in collaborazione coi colleghi di altre
discipline e seguire protocolli internazionali. «Ora sulla base delle caratteristiche cliniche, istopatologiche e
molecolari del melanoma oculare – sottolinea Martina Angi, responsabile del servizio di Oncologia Oculare dell’INT -, siamo infatti in grado di predire il rischio individuale di sviluppare metastasi e offrire un follow-up personalizzato, nonché
l’accesso a soluzioni terapeutiche innovative». Questi pazienti richiedono un approccio multidisciplinare nel quale diversi specialisti operino in modo coordinato e integrato in modo da determinare un profondo cambiamento nel trattamento di questa
malattia.
Serve un team multi-specialistico
«La gestione terapeutica del retinoblastoma può avvenire solo in un centro di oncologia pediatrica di alta specializzazione – sottolinea Maura Massimino, direttore della Struttura Complessa di Pediatria Oncologica dell’INT -. C’è bisogno di un
team multi-specialistico con figure che vanno dall’oncologo oculare al pediatra, con genetista, psicologo, radiologo
diagnosta e interventista. Nel caso dei piccoli pazienti questo comporta inevitabilmente innegabili vantaggi anche dal
punto di vista della qualità di vita della famiglia». In Lombardia sono circa 100 i nuovi pazienti che ogni anno sono
colpiti da un tumore dell’occhio. «La nostra regione, anche nell’ottica di ampliare l’offerta di diagnosi e cura di alcune
patologie rare, ha avviato tramite l’Istituto Nazionale di Tumori una sperimentazione per garantire a queste persone le
cure adeguate – afferma Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia -. Questa permetterà al malato di essere
preso in carico non solo come un paziente con una patologia oculare, ma anche come un paziente oncologico la cui malattia e le sue conseguenze rientreranno all’interno di un protocollo clinico con un adeguato percorso diagnostico terapeutico». Il
nuovo polo è stato realizzato anche grazie al contributo di una cordata di Onlus guidata dall’Associazione Bianca
Garavaglia con la partecipazione di Vittoria Onlus, Amici di Lollo Onlus, Con Lorenzo Per Mano Onlus, Lilt (Lega Italiana
per la Lotta contro i Tumori), Associazione per l’Assistenza dei Giovani e degli Anziani, NCG Medical.
corriere.it 14.12.17

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